Grecia: referendum, una vittoria di Pirro

Un’altra lettura possibile.

Abbiamo trascorso un lungo periodo di avvicinamento al referendum in Grecia, con dibattiti lunghi, estenuanti e noiosi, con la partecipazione di fazioni contrapposte che si dilettavano in ipotesi catastrofiche o salvifiche per la democrazia in Europa.

I partecipanti ai dibattiti non si sono resi conto di essere solo delle comparse, quello che succedeva in Grecia era solo un uso spregiudicato di un popolo, con la convinzione che il loro voto interno contasse qualcosa in Europa, ed invece era solo un voto per coprire il fallimento della mediocre, inconcludente classe politica eletta “Tsipras”, che ha condotto in Europa una trattativa con toni arroganti e con soluzioni impossibili per le proposte inaccettabili.

Abbiamo assistito al sostegno a Tsipras e al no, di tutti i lungimiranti cosiddetti “radical chic”, e non solo, che erano scesi in campo a sostegno della Francia, della Germania e dell’Inghilterra, per portare la democrazia in Libia con la soppressione di Gheddafi; Al fianco di coloro che hanno comminato le sanzioni alla Russia, con un risultato disastroso per le nostre esportazioni; Al fianco di chi ha sostenuto Mare Nostrum e poi Frontex Plus; Hanno sostenuto e sostengono l’accoglienza indiscriminata dei clandestini, con la politicamente corretta motivazione della solidarietà.

Tutta questa mobilitazione e demagogia ha prodotto una ulteriore e più rigida contrapposizione tra i paesi del Nord Europa e i paesi del sud Europa, con il risultato che sarà sicuramente più difficile con gli stessi interlocutori raggiungere l’accordo di negoziazione del debito Greco.

Io auspico  una Europa che compia, finalmente, scelte politicamente coraggiose che dimostrino di avere ritrovato lo spirito solidaristico e impegni tutti, di comune accordo, a rispettare vincoli ragionevoli nei conti pubblici.

Questo si può ottenere, ma non con forzature ideologiche, il comunismo è morto, e io dico per fortuna, ma affrontando e cambiando le politiche Europee.

Mi auguro inoltre che i nostrani “radical chic ” abbiano un sussulto di attenzione anche per il nostro paese e si accorgano che siamo governati da un primo ministro non eletto, che degli imprenditori si sono uccisi, che gli esodati aspettano la soluzione del loro problema,

Mi auguro che il referendum greco almeno ci aiuti a ricordare che la volontà del popolo sovrano è intoccabile, ma nessuno si può illudere di non rispettare le regole comuni Europee, e che tutti si devono impegnare, con i fatti, a ricostituire un clima di fiducia reciproca.

La serietà è richiesta a tutti, ricchi e poveri, in egual misura.

Gerardo Valentini