ZTL-Fascia verde. Il Sindaco dice che cambierà, ma intanto…

Di Gerardo Valentini

Lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto. Siamo tornati a manifestare pubblicamente contro la ZTL-Fascia Verde concepita dal sindaco Gualtieri e dalla sua Giunta. Concepita e già inserita in una delibera. Con decorrenza dal novembre prossimo. 

Nella sua versione originaria era un obbrobrio. Un obbrobrio che ha suscitato le sacrosante proteste di moltissimi cittadini e che ha indotto il Campidoglio a una parziale marcia indietro, prospettando una serie di modifiche che rendono il testo originale un po’ meno insensato.

Attenzione, però.

Primo: a tutt’oggi quelle rettifiche non si sono tradotte in atti concreti.

Secondo: l’impressione, per non dire la certezza, è che da parte di Gualtieri & C. non ci sia stato affatto un autentico ripensamento, riguardo all’approccio dogmatico e supponente con cui avevano elaborato le loro drastiche restrizioni “a tavolino”. I passi indietro che hanno fatto, anzi annunciato, appaiono nulla di più che una modesta concessione al malcontento popolare. In attesa di tornare al disegno originario.

Come si dice, una ritirata strategica. Che prelude, o prima o dopo, a delle nuove offensive. Imperniate sulla stessa logica, che è quella della sedicente “rivoluzione green”, e impregnate dello stesso autoritarismo spocchioso, tipico di tanti/troppi tecnocrati dalla Commissione UE in giù.

È proprio questo il nocciolo della questione. Persino al di là del caso particolare, che pure rimane grave e quanto mai concreto per i danni che va a procurare, a infliggere, a tutti quelli che non sono in grado di acquistare un veicolo più recente. E che tuttavia hanno bisogno di entrare comunque a Roma, non solo occasionalmente ma con assiduità, non per svago  e tantomeno per capriccio, ma per lavoro o per altri ottimi motivi. 

È per queste ragioni che è essenziale non abbassare la guardia.   

Ci siamo. Vogliamo essere ascoltati

Dopo il presidio del 20 maggio al Gianicolo, ecco quello di ieri, 17 giugno, a Don Bosco. 

Zone diverse della città, dal centro alla periferia, ma con lo stesso spirito. Con la stessa voglia di farsi sentire, per chi abbia già le idee chiare, o di saperne di più, quando non si sia ancora avuto il tempo e il modo di approfondire per conto proprio.

Democrazia in azione, diciamo così. Non quella proclamata soltanto per riempirsi la bocca e fingere che la sovranità sia realmente del popolo, in attesa di riunirsi tra quei pochi che decidono davvero e che degli interessi popolari se ne preoccupano poco o per nulla.

Democrazia viva, quotidiana, normale. Fatta di cittadini che si incontrano e che, per prima cosa, vogliono confrontarsi tra di loro. Al di là dei tiggì e dei social. Ritrovando la fiducia, o quantomeno la speranza, di essere partecipi delle decisioni collettive. Che non possono dipendere solo dall’esito delle elezioni, ridotte ad appuntamento (o messinscena) quinquennale: dopo di che, chi si è visto si è visto, chi è stato eletto è stato eletto, e che i cittadini se ne stiano buoni mentre i governanti fanno quel che gli pare.

L’unico antidoto all’astensionismo di massa sta in questo. Sta nel riattivare in quante più persone possibile la scintilla del coinvolgimento nella vita pubblica.

Oggi la ZTL-Fascia Verde. Domani un altro problema, anch’esso sostanziale e pressante, che va tirato fuori dal limbo delle questioni che rimangono eternamente in sospeso. Come la crescente pericolosità della Stazione Termini e delle strade limitrofe, per citarne solo una.

Il sindaco Gualtieri e la sua giunta devono stamparselo in testa: la bonifica del territorio urbano, ripulendo le “terre di nessuno” in cui spadroneggiano gli sbandati e i criminali, non è certo meno importante e urgente della bonifica dell’aria. 

I romani devono tornare a respirare liberamente. Ma in tutti i sensi.

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