Stangata TASI: allarme per famiglie, allarme per famiglie, artigiani e imprenditori

Accade in Italia

Accade anche questo in un’Italia che non protesta, un’Italia che mormora sottovoce contro il caro tasse.

In un’Italia dove l’art 3 della Costituzione sancisce l’assoluta uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, accade che in 32 capoluoghi di provincia la Tasi si è pagata a giugno mentre gli altri la pagheranno ad ottobre.

Accade inoltre che la suddivisione del carico fiscale tra proprietario e inquilino genera degli importi così irrisori da pagare che la riscossione può diventare più onerosa del beneficio e l’accertamento da parte dei comuni è a forte rischio di iniquità.

L’Italia dell’equità fiscale o della non coerenza?

Avviene anche questo in un’Italia dove è arduo comprendere la differenza fra tassa sui servizi indivisibili e/o nuova patrimoniale, ma dove certamente i fatti testimoniano di un acconto tasse a due velocità.

Due velocità, due pesi e due misure, dove il Sindaco ritardatario, nientemeno, si elogia di fronte ai propri elettori mettendosi gli abiti del Sindaco indulgente e di fatto appare come colui che premia i cittadini rimandando la pretesa erariale di qualche mese.

Una tasi che colpisce duramente le famiglie, purtroppo anche quelle numerose, a volte private di ogni detrazione per i figli. Una tasi che merita quindi riflessione anche in merito alla capacità contributiva sancita all’art. 53 della nostra Costituzione.

Ad una Amministrazione che è consapevole del disagio dei propri cittadini e dei sacrifici ai quali vengono continuamente chiamati auguriamo che di fronte ad una tassazione esasperata corrisponderanno politiche sociali adeguate.

La grande novità della Tasi è che il soggetto passivo non è solo il possessore a qualsiasi titolo dei fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale, le aree scoperte e le aree edificabili, a qualsiasi uso adibiti, ma anche l’affittuario. La legge infatti stabilisce che nel caso in cui l’unità immobiliare è occupata da un soggetto diverso dal titolare del diritto reale sull’unità immobiliare, quest’ultimo e l’occupante sono titolari di un’autonoma obbligazione tributaria. L’occupante però verserà solo una parte del totale compresa fra il 10% ed il 30% secondo quanto stabilito dal Comune nel regolamento della Tasi.

Chi paga la Tasi?

La Tasi è pagata da chi possiede o detiene a qualsiasi titolo fabbricati, ivi compresa l’abitazione principale e aree edificabili, come definiti ai sensi dell’imposta municipale propria, ad eccezione, in ogni caso, dei terreni agricoli.

In caso di pluralità di possessori o di detentori, essi sono tenuti in solido all’adempimento dell’unica obbligazione tributaria.

Quali sono i servizi indivisibili?

La legge 147/2013 prevede che il regolamento comunale dovrà individuare i servizi indivisibili, dando indicazione analitica, per ciascuno di tali servizi, dei relativi costi alla cui copertura la Tasi è diretta.

I servizi indivisibili sono le attività dei Comuni che non vengono offerte “a domanda individuale”, come è dato per esempio nel caso degli asili nido o del trasporto scolastico. Si tratta, quindi, di una serie di servizi molto ampia, come per esempio l’illuminazione pubblica, la sicurezza, l’anagrafe, la manutenzione delle strade e tanti altri ancora.

LA PRESSIONE FISCALE SUGLI IMMOBILI NEL 2014 CAUSATA ANCHE DALLA TASI

Si stima che il Fisco italiano graverà nel 2014 su tutto il patrimonio immobiliare nazionale (case, uffici, negozi, capannoni, etc.) per 52,3 miliardi di euro, oltre 2,6 miliardi di euro in più rispetto al 2013 (+ 5,4%).

Il record di pressione fiscale si ottiene sommando ai 9,3 miliardi di euro di gettito legati alla redditività degli immobili (Irpef, Ires, imposta di registro e bollo, cedolare secca, eccetera) altri 11,9 miliardi di euro introitati dal trasferimento degli immobili (Iva, imposta di registro/bollo, imposta ipotecaria/catastale, le successioni e le donazioni) e gli oltre 31 miliardi di euro riconducibili al possesso dell’immobile (Imu, imposta di scopo, Tari e Tasi).

LE CONSEGUENZE

Una nuova frenata del mercato immobiliare nel secondo trimestre di quest’anno, tra aprile e giugno, ha segnato un nuovo calo pari al 3,6% rispetto all’analogo periodo del 2013, come emerge dai dati pubblicati dall’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate.

PER IL RILANCIO DEL SETTORE IMMOBILIARE NOI PROPONIAMO:

1) Riduzione della pressione fiscale sugli immobili e semplificazione fiscale

2) Tassare i redditi derivanti dal patrimonio e non il patrimonio

3) Eliminazione della tassa sulla prima casa

4) Revisione della legge sulle locazioni

5) Recuperare il patrimonio esistente

6) Facilitare l’accesso al credito immobiliare