Movimento Cantiere Italia piace. E così provano a scipparci l’idea.

Perplessità e ironia per il convegno organizzato da alcuni esponenti del centrodestra romano il 24-25 novembre 2018, intitolato «Cantiere Italia», esattamente come il Movimento omonimo da Noi costituito è registrato nell’anno 2012.

Tutto è stato già inventato, basta copiare. Mancano idee e valori, così alcuni partiti tradizionali, o quelli che li hanno rappresentati, non trovano di meglio che «appoggiarsi» alle spalle di chi le idee e i valori li ha, di chi procede dritto per la propria strada e non cerca scimmiottatori dei propri ideali. Eppure accade. C’è chi improvvidamente (e risibilmente) guarda nel giardino altrui, anche se non è propriamente il più vicino. Vivere di apparenze nella società del total look, del social network e dell’open mind fa molto trendy, aiuta a mascherarsi da persone migliori, a scalare gradini sociali altrimenti impensabili nella realtà e a iconizzare credo e ideali neanche mai sfiorati. Ma non tutti sono così, per fortuna.

Esistono uomini e idee che non accettano compromessi, che crescono nel proprio humus liberale e indipendente, senza chiedere nulla a nessuno. Movimento Cantiere Italia è composto da persone siffatte, non da altri. Non ha mai puntato il dito detrattore contro chicchessia per guadagnare consensi, ma ha soltanto percorso il proprio cammino, da solo, impettito nel proprio orgoglio italiano e mai domo al compromesso.

Oggi, però, si ritrova a dover fare i conti con goffe imitazioni cinesi made in Italy, provenienti da ambienti sovranisti che nulla hanno a che vedere con l’idea armonica di Europa unita e liberale che nutre il Movimento stesso sin dalla sua costituzione nel lontano 2012. Errore? Pacchiana disattenzione? Nulla di tutto questo. Pur informati ufficialmente del disguido legato al nome di un presunto convegno, gli organizzatori dello stesso hanno proceduto sulla linea della tracotante indifferenza, pur sapendo di sbagliare, pur consapevoli della potenziale confusione, delusione e disorientamento che questo plagio avrebbe provocato nei sostenitori di Movimento Cantiere Italia.

Ma tant’è. C’è chi è capace di vivere di luce propria e chi ha bisogno di sedersi a rimirarsi in una luce riflessa. Non se ne abbiano a male i tanti sostenitori di MCI, perché chi oggi ha tentato di fruire di una apparenza nuova e incontaminata nel panorama politico pensando di inventare un nuovo percorso, domani si troverà di fronte il muro della derisione, di chi, stavolta, puntando il dito contro pseudo personaggi in cerca d’autore (e di consensi), ha messo alla berlina la propria identità e la propria dignità in cambio di quattro applausi in un pomeriggio di scarno dibattito romano.

Movimento Cantiere Italia continua a crescere anche con questo, con chi tenta di imitarlo. Ma chi cerca una strada nuova, si incamminerà in quella originale, rifuggendo squallidi tentativi di copia cinese made in Italy.

Movimento Cantiere Italia
Il presidente
Gerardo Valentini