Covid. In arrivo la (sacrosanta) commissione d’inchiesta

Di Gerardo Valentini

Tutto cristallino e inoppugnabile, nella gestione del Covid? Ossia nel modo draconiano e arrogante, draconiano nella sostanza e arrogante nella forma, con cui è stata condotta dai governi di allora?

Non scherziamo.

Prima ancora dei giudizi che se ne possono dare, a cominciare da quanto fossero davvero necessarie le restrizioni imposte via via, almeno su questo non ci dovrebbe essere alcun dubbio: le questioni da approfondire sono ancora moltissime. Perché all’epoca, in quei terribili due anni e oltre che vanno dall’inizio del 2020 sino a buona parte del 2022, è accaduto esattamente il contrario. Nulla poteva essere discusso. Tutto doveva essere accettato. 

Patto Trasversale per la scienza presso l’università statale Patto Trasversale per la scienza presso l’università statale

L’emergenza era diventata la giustificazione, preventiva per un verso e permanente per l’altro, di qualsiasi atto. E di qualsiasi atteggiamento. L’architrave, il dogma, è stato che le posizioni ufficiali fossero la verità con la V maiuscola. Indiscutibili sul piano “scientifico” e sufficienti, perciò, a calare dall’alto ogni sorta di obblighi e di divieti. A colpi di Dpcm. A suon di proroghe. In un crescendo di disposizioni cervellotiche e brutali che hanno stravolto e avvelenato la vita di noi cittadini. Dalla sfera economica a quella relazionale. Gente che ha perso il lavoro, che ha chiuso o rischiato di chiudere l’attività imprenditoriale, bambini e ragazzi segregati dalla DAD, la didattica a distanza.

Le mascherine dappertutto, prima quelle chirurgiche e poi le Ffp2. Le autocertificazioni anche per andare a fare la spesa, o per fare il giro del palazzo a piedi, e da soli. Il green pass per entrare ovunque, compresi gli uffici pubblici dove si era obbligati ad andare per un adempimento necessario e le banche in cui c’erano depositati i propri soldi.  

E in aggiunta, ma a getto continuo, gli sbeffeggiamenti  e le demonizzazioni contro chi si azzardava a sostenere delle tesi diverse. Le “virostar” alla Burioni, alla Bassetti, alla Crisanti. Un ostracismo sprezzante che nel luglio 2021 spinse Mario Draghi a lanciare il suo monito terroristico – e infondato: «Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore».

Chi non abbia buona memoria è invitato a recuperare le cronache, dettagliate, di quanto è accaduto. 

Ieri inflessibili, oggi stizziti

La commissione d’inchiesta ha appunto questo scopo: superare la logica, fuorviante, del “non si poteva fare diversamente”.

Si poteva eccome. O quantomeno è doveroso domandarselo. A mente fredda. E scavando a fondo. Senza necessariamente configurare in anticipo dei reati specifici, come avviene in vista di un processo penale, ma con un’amplissima facoltà di approfondimento. Che è prevista dall’art. 82 della Costituzione: “La Commissione di inchiesta procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria”.

Giovedì è arrivato il via libera della Camera. Ora si attende quello del Senato. E poiché la vicenda da affrontare è complessa, gli aspetti da prendere in esame sono numerosi e dettagliati. 

Il sito quotidianosanita.it ne offre una buona panoramica, dando anche la possibilità di scaricare il testo integrale della pdl presentata il 18 ottobre dell’anno scorso. Tra i tanti obiettivi vi segnaliamo questi due.

Primo: “la valutazione delle misure di contenimento adottate dal Governo nelle fasi iniziali e successive della pandemia sotto il profilo della ragionevolezza, proporzionalità ed efficacia, del fondamento scientifico delle stesse anche attraverso la valutazione comparativa con la condotta ed i risultati ottenuti da altri Stati europei, e del rispetto dei diritti umani e delle libertà costituzionalmente garantite nell’applicazione delle stesse (lettere t ed u)”.

Secondo: “la valutazione della legittimità della dichiarazione dello stato di emergenza e delle sue proroghe nonché dello strumento della decretazione d’urgenza (lettera v)”.

Valutazioni, non accuse. Necessità di riflessione, che è un compito più che mai politico, e non indagine penale, che spetta agli inquirenti. Chi fosse con la coscienza a posto, certo di aver agito sempre e comunque per il meglio, in un quadro normativo limpido e con spese oculate, non dovrebbe battere ciglio.

Viceversa, sia l’allora premier Giuseppe Conte, sia l’ex ministro della Sanità Roberto Speranza, hanno subito gridato alla persecuzione

Tuona Conte: «Questa commissione è una farsa, uno schiaffo  agli italiani. Per come l’avete confezionata questa commissione di inchiesta sul Covid è un plotone di esecuzione politico. Di cosa avete paura? Noi nei tribunali ci entriamo a testa alta a differenza dei vostri esponenti politici». 

Si lamenta Speranza: «Questa  commissione, ignorando   tutte   le   proposte delle opposizioni, ha un’unica finalità: mettere su un tribunale politico per colpire i membri dei  governi   che   vi   hanno   preceduti».

Esemplare. 

Quando al governo ci sono loro, incarnano la più fulgida espressione delle virtù istituzionali. Quando tocca agli altri, apriti cielo: sono degli usurpatori piovuti dal nulla, l’antitesi della democrazia e della legalità, i biechi aguzzini che si accaniscono sui campioni, integerrimi, della lotta al Covid.

Leggi anche:

Berlusconi morto. La festa grande, e indegna, di chi lo ha sempre odiato

Ballottaggi a senso unico: ma parlare di “un vento di destra” non spiega nulla

Mi raccomando: siate “continenti” se criticate Mattarella