La politica è fatta di innumerevoli questioni, sia grandi che piccole. Il tempo corre veloce e moltissime cose cambiano in modo più o meno rapido. Per motivi tecnologici e non solo.

È chiaro: bisogna essere in grado di affrontare ciò che accade con grande duttilità. Aggiornarsi, però, non significa snaturarsi.

Avere delle linee guida è essenziale. Per noi del “Movimento Cantiere Italia” sono queste. 

LA SOCIETÀ: IL NOSTRO HABITAT

LA PERSONA

La Costituzione lo afferma nell’art. 3: “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale”. E aggiunge: “è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale” che impediscono “il pieno sviluppo della persona umana”. 

Da allora sono passati più di settant’anni. Quelle parole sono rimaste in larghissima misura non realizzate. All’origine erano delle affermazioni di principio. Per colpa di chi è venuto dopo si sono ridotte a delle chiacchiere di facciata.

Il loro valore va recuperato. Va rivitalizzato. Da parte nostra, allora, fissiamo subito due elementi più specifici. Più specifici e più vincolanti.

Uno: la società non è un’entità astratta. È composta di persone e la politica deve servire a farle vivere nelle migliori condizioni possibili. 

Due: l’intero assetto economico e istituzionale va giudicato in questa chiave. Se la qualità della vita migliora, si sta governando bene. Se peggiora, bisogna chiedersi dove si è sbagliato e correggersi.

Sulla base di questi capisaldi, i cittadini non possono essere abbandonati a se stessi. Innanzitutto in ambito economico. Al contrario, ogni individuo di buona volontà deve essere messo in condizione di realizzare sé stesso, di aspirare al benessere, di costruire il proprio futuro con la ragionevole certezza che i suoi sforzi saranno premiati.

La libertà va assicurata in tutte le sue forme, molteplici e vitali: libertà di pensiero e di opinione, libertà di espressione, libertà di culto, di tutti i culti, libertà di associazione. 

Ma c’è una distorsione di cui liberarsi: il “politicamente corretto”. Con la sua pretesa di rispettare tutto e tutti si è rovesciato in una parodia tanto grottesca quanto pericolosa. In troppi casi, infatti, si scaglia l’accusa di discriminazione per demonizzare chi non si allinea al Pensiero Unico. Fino a etichettare con la definizione infamante di “cultura dell’odio” qualunque tesi che si opponga a quelle dominanti: vedi i “genitori A e B”, la “teoria gender” eccetera. 

LA FAMIGLIA

È l’elemento fondante della nostra società e rimane la fonte primaria dell’educazione della persona, sin dai primi anni di vita. I bambini di oggi saranno i cittadini di domani: i valori con cui crescono li accompagneranno nella loro vita adulta. Nel bene o nel male. Da ciò che imparano a scuola a ciò che assorbono dalla tv e da Internet.

Per questo motivo, che in realtà ne comprende una miriade, la famiglia deve essere sostenuta e aiutata dallo Stato e da tutte le altre istituzioni. 

L’ISTRUZIONE

Dalla scuola primaria fino all’università, nella formazione lavorativa come nella ricerca: è qui, soprattutto, che si costruisce la cultura di un popolo e la si proietta nel futuro. 

Le conoscenze finalizzate alle attività economiche sono certamente cruciali, specie nell’epoca della competizione globale, in quanto costituiscono il volàno indispensabile per la crescita e lo sviluppo del Paese

Sono importantissime, però, anche quelle conoscenze che nutrono la sensibilità e il bisogno di consapevolezza, portando a essere vivi e curiosi nei confronti dell’arte e delle altre materie umanistiche. Per il fatto stesso di essere italiani siamo dotati di un’attitudine istintiva alla bellezza, ma è una predisposizione che va comunque coltivata.

LA RELIGIONE

L’Italia è un Paese con antiche tradizioni cristiane e questo è un dato di fatto. Tali tradizioni non vanno imposte a nessuno, ma non vanno neanche negate, o rimosse, perché qualcuno non vi si riconosce e potrebbe sentirsene infastidito. 

Come abbiamo già detto, a proposito della libertà, tutti i culti sono ugualmente leciti. A patto che non contrastino con i valori irrinunciabili della solidarietà, della giustizia e della tolleranza.

ECONOMIA: LA NOSTRA RICCHEZZA

IL LAVORO

È ciò che permette agli individui, e alle rispettive famiglie, di ottenere il proprio reddito. E anche qui la Costituzione parla chiaro: la retribuzione deve “essere proporzionata (…) e in ogni caso sufficiente ad assicurare un’esistenza libera e dignitosa”. 

Il lavoro non può essere una lotteria. O una lotta fratricida tra persone disposte ad accettare qualsiasi sopruso, in cambio di un salario. Tutti gli uomini e le donne che lo desiderano devono contare sulla possibilità di trovare un’occupazione retribuita in modo equo, con i dovuti obblighi e con le giuste tutele. È una priorità assoluta: la domanda di lavoro deve incontrare l’offerta di lavoro. E le aziende italiane devono sforzarsi di produrre in Italia.

Non è solo una questione economica: chiunque va messo nelle condizioni di misurarsi sul terreno della meritocrazia, affermandosi per ciò che è e per quello che può diventare. La buona riuscita dei singoli diventa la buona riuscita della collettività.

L’IMPRESA

È l’elemento cardine dell’economia. E, quindi, della ricchezza nazionale. Mentre producono merci e servizi, le aziende creano lavoro e moltiplicano le opportunità di miglioramento complessivo. Finanziando, tra l’altro, la ricerca tecnologica. 

La politica ha il compito di stabilire le linee generali e di agevolarne la realizzazione. Ci vuole lungimiranza e programmazione. Ci vogliono norme certe, chiare e uguali per tutti. Lo Stato deve rimuovere gli ostacoli che esso stesso ha creato, sia sul piano normativo che su quello burocratico, e deve vigilare sui comportamenti concreti. 

In questa sua azione, però, le interferenze vanno ridotte al minimo. Eliminando qualsiasi vincolo che non sia realmente giustificato: svolgere i controlli necessari è sacrosanto, ma ogni adempimento in più è un aggravio nocivo e inaccettabile. Costoso per l’erario e oneroso, o persino fatale, per le imprese. 

Con le sue lungaggini, inoltre, la burocrazia alimenta il rischio di corruzione: quando si paga sottobanco non già per acquisire dei favoritismi indebiti, ma per ottenere quella rapidità e snellezza che dovrebbero essere la regola.

L’etica d’impresa e quella pubblica si devono sposare. Perché sono entrambe fondamentali in un’economia sana.

IL SISTEMA FISCALE

Semplificare e alleggerire. Le parole d’ordine sono queste. Senza trincerarsi sempre dietro l’alibi del nostro debito pubblico enorme (e abnorme). 

Uno degli obiettivi è introdurre una flat tax, la tassa “piatta”, con una sola aliquota da definire ma che potrebbe aggirarsi tra il 15% e il 23%, sia per le famiglie che per le imprese. Prevedendo, inoltre, una no tax area fino a 15 mila euro di reddito: fino a questa cifra non si dovrà pagare nessuna imposta.

Anche in questo campo, vogliamo meno Stato negli ambiti non essenziali, con meno burocrazia e una massiccia semplificazione normativa e amministrativa.

Un sistema fiscale non può essere talmente gravoso da rendere le aziende meno competitive rispetto a quelle degli altri stati, spingendo a tagliare i salari e riducendo, così, la capacità di spesa delle famiglie.

Attenzione, però: una tassazione meno pesante, sia come prelievo sia come adempimenti, serve anche a togliere qualunque alibi a chi non faccia il suo dovere. Dando una nuova e potente legittimità a un sistema sanzionatorio duro e cristallino, che escluda a priori il ricorso ai famigerati condoni come rimedio “una tantum” agli eccessi del fisco.

 

I CONTROLLI: LA NOSTRA SICUREZZA

LA GIUSTIZIA

È uno di quei settori in cui c’è più da intervenire, per arrivare a una gestione adeguata e finalmente affidabile. I processi, tanto amministrativi quanto penali, devono diventare più rapidi e le decisioni dei magistrati più omogenee. Le norme, a loro volta, devono essere valutate non in astratto ma nelle loro conseguenze effettive.

In campo penale, in particolare, va ripristinata la certezza della pena e data la priorità alla bonifica dei territori in balìa delle mafie o di organizzazioni criminose analoghe. Colpendo in maniera altrettanto dura le connivenze, di qualunque tipo, da parte dei cosiddetti “colletti bianchi”.

La chiarezza delle leggi, e la loro puntuale e tempestiva applicazione, sono essenziali non solo per punire chi delinque, ma per rafforzare la fiducia dei cittadini nelle Istituzioni e diffondere un’etica pubblica imperniata sul senso civico e sulla legalità. 

L’IMMIGRAZIONE

Gli sbarchi abusivi sono solo l’ultimo stadio. Le cause sono nei Paesi di origine ed è lì che bisogna cercare di agire, prima per ridimensionarle e poi per eliminarle. Il Governo dovrebbe promuovere, sotto l’egida dell’Onu, una strategia di medio e lungo periodo: un “piano di interventi” pluriennale che metta in moto le economie degli Stati africani e che, nel frattempo, stipuli con queste nazioni dei trattati per fermare l’esodo alla partenza. 

In ogni caso, però, va attuato un rigoroso controllo delle frontiere, fino al blocco navale e con rimpatrio immediato. L’espulsione dei clandestini  va semplificata e resa tanto rapida quanto effettiva. 

Di contro, vanno stabilite delle quote realistiche di immigrati da accogliere e, a coloro che vi rientrano, bisogna offrire una vita dignitosa. Imperniata sul lavoro, l’istruzione, la conoscenza e il rispetto delle regole.

Non si può permettere che le persone arrivino indiscriminatamente nel nostro Paese, senza regolamentazioni di alcun tipo, per poi ritrovarsi di fatto a vivere in condizioni igienico-sanitarie, economiche e morali inaccettabili.

L’AMBIENTE

Il vero e fondamentale problema è il modello di sviluppo, che essendo imperniato sulla “crescita infinita” consuma risorse in maniera esorbitante e spesso sacrifica al profitto le necessarie cautele in tema di inquinamento etc.

Non essendo verosimile un rapido ripensamento di questa impostazione, ciò che si può fare è intervenire su ogni singolo aspetto che lo permetta. Attraverso moltissimi correttivi che vadano a controbilanciare, per quanto possibile, i vizi di carattere generale.

L’Ambiente, d’altronde, non è solo la natura. È anche, specialmente qui in Italia, il patrimonio artistico, culturale e storico. Ce lo siamo ritrovati in eredità e tendiamo a darlo per scontato: invece, va percepito come una fortuna che ci è capitata ma che dobbiamo meritarci, avendone rispetto e cura.

FARE POLITICA INSIEME: LA NOSTRA FORZA

Siamo nati per questo, come Movimento Cantiere Italia. 

Per provare a coinvolgere un numero sempre maggiore di cittadini intorno alle linee guida che abbiamo visto. E superare, così, la crescente disaffezione nei confronti della politica. 

L’obiettivo è rigenerare il nostro Paese, rendendolo più moderno nell’assetto istituzionale dello Stato e animato da un maggiore senso civico da parte di tutti. Nei rapporti economici come nelle relazioni personali.

IL PESSIMO ESEMPIO DEI PARTITI

Il degrado della competizione politica è sotto gli occhi di tutti. Grandi dichiarazioni di principio e pessimi risultati. Chi sta al governo si appella all’impossibilità di fare meglio, perché purtroppo non ce n’erano le condizioni. Chi sta all’opposizione si sbilancia a suon di promesse campate in aria, pur sapendo che esse sono economicamente insostenibili e che perciò non potranno essere realizzate. Ma a loro non importa. Perché lo scopo di queste ipotesi demagogiche e populiste è un altro: è soffiare sul fuoco dello scontento e trasformarlo in consenso elettorale. 

Il confronto tra i vari partiti dovrebbe avvenire sul terreno delle soluzioni ai problemi reali. Ciò che accade davvero è agli antipodi: gli uni e agli altri ricorrono alle aggressioni personali e all’odio politico per delegittimare l’avversario, mettendo molto spesso in contrapposizione intere categorie sociali. Ad esempio, i datori di lavoro contro i dipendenti, i ricchi contro i poveri, i medici contro i pazienti, il Nord contro il Sud, i lavoratori autonomi contro i lavoratori subordinati. 

La versione ufficiale è che stanno lavorando per il “bene comune”, ma poi non lo realizzano. E non si assumono mai la responsabilità dei loro fallimenti. La colpa viene sempre attribuita alle circostanze sfavorevoli. O ai processi troppo vasti per poter essere contrastati da un singolo governo: dalla globalizzazione al riscaldamento planetario, dal dominio dell’economia finanziaria all’immigrazione di massa.

IL MOVIMENTO CANTIERE ITALIA, INVECE

Lo abbiamo detto all’inizio: la politica è fatta di innumerevoli questioni, sia grandi che piccole. I cambiamenti di portata generale sono l’orizzonte a cui tendere. Quelli specifici sono i passi che si fanno in quella direzione. Bisogna essere idealisti e realistici allo stesso tempo: si fa con quello che c’è, ma non si smette di mirare a traguardi ben più alti.

Fare i conti con l’esistente è il nostro punto di partenza. Significa essere concreti e propositivi, avanzando proposte realizzabili e lungimiranti. Proposte che supportino i nostri legislatori con competenza e realismo, perché non è ammissibile che non ci siano alternative ai due mali contrapposti del fatalismo e della demagogia.

Il Movimento sta aggregando competenze e professionalità nei diversi settori di intervento. È appunto la nostra idea di “cantiere”: ci piace lavorare tutti insieme, ma sulla base di progetti attendibili. È la nostra convinzione: noi siamo voi. Cittadini che si ritrovano. Un Noi che si espande.

Gli obbiettivi li abbiamo fissati. E via via li preciseremo sempre meglio.  

Ora sta a voi. A ciascuno di voi. Se avete l’ambizione di partecipare al cambiamento del nostro Paese, vi chiediamo di attivarvi. Ognuno per quello che può e che sa. Dando il proprio contributo in termini di esperienza e di know-how.

La gamma delle opportunità è amplissima. Potete portare le vostre idee e coinvolgere i vostri conoscenti, amici e colleghi. Ancora meglio, potete impegnarvi nelle sedi del Movimento.

Il Cantiere Italia è aperto. 

Quello che costruiremo, lo costruiremo insieme