Il sindaco di Roma non canta
l’Inno di Mameli ma solo Bella Ciao

In diciassette mesi di amministrazione a Cinque Stelle non sembrano avviati a soluzione nessuno dei principali problemi che affliggono la Capitale. Sono carenti come prima i trasporti pubblici, la raccolta dei rifiuti, il decoro della città, il monitoraggio della salute del verde e la potatura degli alberi. Per non parlare delle diverse tematiche legate alla viabilità: dal traffico alle strade dissestate, ai pericoli delle quali si crede di rimediare con le assolutorie ordinanze di limitazione di velocità a «30 km orari».

Da qualche tempo, forse nell’illusione di riacquistare un po’ di popolarità, il sindaco Raggi non perde occasione per strizzare l’occhiolino agli ambienti più nostalgici della sinistra, a quelli che dopo settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, vedono dappertutto lo spettro di un inesistente fascismo. Se ne è accorto anche il Corriere della Sera che in un corsivo di domenica 12 novembre sull’improvviso interesse del Sindaco per i costruttori romani e per l’antifascismo, arriva a scrivere di una Raggi 2.0.

Hanno fatto scalpore e il giro dei social network, diversi video che mostrano una Raggi sempre silente mentre risuona l’Inno Nazionale che diventa improvvisamente canterina per intonare Bella Ciao in un raduno di nostalgici della guerra civile svoltosi recentemente in Campidoglio.

Nella selezione della nostra clip mostriamo il Sindaco che rimane muta nell’Aula di Giulio (6.10.2016), che resta in silenzio mentre le altre autorità cantano l’Inno Nazionale alla Festa dell’Esercito (4.5.2017), e infine una sorridente Virginia Raggi che intona Bella Ciao in Campidoglio (28.10.2017). Meditate gente, meditate…